museo archeologico nazionale del melfese massimo pallottino
5A地址: 暂无
开放时间: 暂无
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景点印象
Nel castello di Melfi il 13 ottobre 2014 si è inaugurata una mostra internazionale, su alcuni ritrovamenti archeologici del medioevo. Dopo alcuni scavi è venuta alla luce la Mensa inperiale di FEDERICO II .
molto bello, molti reperti ben conservati e presentati. Assolutamente da vedere se siete in Basilicata. Tra i tanti musei visitati in Basilicata consiglio, dovete assolutamente visitare questo, altrimenti rischiate di perdere uno tra i migliori della zona.
Il museo archeologico di Melfi deve essere visitato, anzi consiglierei una visita in tutta la Basilicata. I reperti presenti all'interno sono infiniti. I pannelli di spiegazione sono esaustivi e immagino che, con una guida a raccontare la storia di questa raccolta, la visita diventi unica.
Sorprendente. Un tuffo in un passato molto remoto. Vasta raccolta di vasellame da tavola, gioielli (soprattutto fibule), armi (spade intarsiate ed elmetti) rinvenuti in tombe risalenti anche al VI sec. a.C. spesso in ottimo stato di conservazione. I reperti sono significativi non soltanto per l'oggetto in sè che ne testimonia l'utilizzo in un'poca così lontana, ma anche per le decorazioni minute e allegoriche. Numerosi i pannelli descrittivi. Non sono presenti audioguide.
Il museo è di recente istituzione. Qualcosa nella costruzione dell'esperienza museale manca: l'ingresso non è valorizzato come dovrebbe, qualche incertezza nel percorso. Ma i reperti sono davvero di impatto, oltre che di interesse storico. È godibile anche per chi non è proprio un appassionato di archeologia. Pezzo forte, in apertura, il Sarcofago di Rapolla, un curioso reperto in cui si sommano influenze asiatiche e severità romane, in marmo bianco, tomba di una enigmatica donna, espressione più iconica dell’importanza della zona in epoca imperiale e dell’intensità dei traffici nel Mediterraneo.Se ciò non bastasse, una visita è consigliabile anche solo per vedere dall'interno un castello dalla storia affascinante, tra i più importanti del meridione e del mondo per via della Costituzione di Melfi, promulgata da qui da Federico II, e di ben cinque concili papali. Passato agli angioini, manomesso più volte, da una parte si affaccia verso un bel centro storico, un po' defilato ed austero, dall'altra si staglia sul fianco di una collina verde, rigenerante. Bellissime cerchia di mura, bellissime torri poligonali, bellissimo ponte di accesso, intrigante articolazione degli ambienti. Persistono anche alcuni ambienti allestiti come prima dell’abbandono nel 1950 dagli ultimi eredi della famiglia Doria. Fortunatamente è oggi patrimonio dello Stato italiano.
Ho già dato il mio giudizio sul museo nella scheda del castello di Melfi in cui esso è ospitato. L'esposizione di reperti è molto ampia e ben documentata, il percorso ci porta a conoscenza dell'antica frequentazione umana del Vulture e dei vicini territori dauni e lucani. Alcuni reperti sono davvero straordinari, in particolare quelli dei guerrieri. Da visitare insieme al castello.
Visita chiara nei percorsi e nelle descrizioni, con pannelli chiari, ricchi di informazioni ed esposizione molto curata. Numerosissimi i reperti e ben descritti.
Museo ben strutturato e per niente noioso. I reperti sono archiviati e catalogati con cura e grazie alle dettagliate descrizioni il visitatore può partecipare attivamente al giro.Vale la pena visitarlo.